Riverdale 2×18: Una notte da ricordare
Siamo arrivati all’attesissimo episodio “musical” di Riverdale 2×18: “A night to remember”.
I protagonisti, diretti da un inedito Kevin “regista”, mettono in scena Carrie, musical adattato dall’omonimo romanzo di Stephen King.
La puntata si organizza attorno alle fasi di realizzazione del musical, che sono documentate da Jughead, in continuità con il suo ruolo di voce narrante. Questa storia nasce dal suo occhio (la telecamera), non dalle sue parole. Lo spettacolo porta a galla e in qualche caso scioglie i nodi irrisolti tra i vari personaggi.
Lo spettacolo di Riverdale
Archie veste i panni del ragazzo della porta accanto, Betty quello della brava ragazza che si innamora di lui. Veronica è l’antagonista cattiva, viziata e vendicativa, mente il ruolo dell’emarginata Carrie è assegnato inizialmente a Cheryl. Chi meglio di lei può interpretare il ruolo della ragazza con poteri telecinetici oppressa dal fanatismo della religiosissima madre?
Non manca Alice Cooper (che interpreta proprio quella madre), che si immedesima molto in quel personaggio rovinato dalla sua stessa ossessione per il controllo. Sul palco esplodono anche le tensioni tra Betty e Veronica oltre che tra Josie e Cheryl, che arrivano a una frettolosa quanto quasi inspiegabile riconciliazione.
In nome del musical, anche Alice e Hal sembrano ritrovare la loro sintonia, sempre omettendo ogni spiegazione e ogni sviluppo interiore.
Il momento di grande tensione positiva che dovrebbe accompagnare ogni produzione è ben presto guastato dall’incubo dell’uomo incappucciato.
La sua morte per mano dello sceriffo Keller nel midseason finale era stata decisamente deludente. Il tragico finale di puntata sancisce invece il ritorno ufficiale del boia e getta l’intero teatro (e quindi la città) nel caos.
Il ritorno “dal mondo dei morti” del misterioso assalitore è stato ampiamente preannunciato dall’attentato alla vita di Cheryl e dalle lettere anonime che intimano a Kevin la sostituzione del ruolo della protagonista.
Nessuno però sembra pensare seriamente che l’incubo possa ripetersi: si pensa a invidie all’interno del “cast”, a scherzi di pessimo gusto.
Invece Kevin si trova a essere veramente il “regista di una tragedia” in vero stile horror e comunque mantenendo vivo il legame stilistico tra l’episodio e il romanzo di King.
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