Santa Clarita Diet 1° stagione recensione

Santa Clarita Diet è una commedia creata da Victor Fresco (già creatore di Better Off Ted) e distribuita su Netflix a partire da venerdì 3 febbraio. Con una prima stagione di 10 episodi, la serie ha per protagonisti Timothy Olyphant e Drew Barrymore nei panni di Joel e Sheila Hammond, una coppia di agenti immobiliari residente a Santa Clarita, l’esornazione della suburbia americana.
Dopo l’effetto che Stranger Things ha avuto sulla carriera di Wynona Ryder il battesimo di fuoco tocca a Drew Barrymore, altra attrice che ha segnato l’immaginario cinematografico degli anni Ottanta e si rimette in gioco con una serie tv targata Netflix. Shelia Hammond è una donna insicura, timida e incapace di pretendere qualcosa di più dalla vita; quando scoprirà di essere morta – o meglio, non-morta, coglierà l’occasione per prendere questo secondo atto con tutta la spontaneità e l’intraprendenza che solo chi non ha più niente da perdere può avere.
L’amorevole marito Joel non si scompone di fronte a niente, nemmeno quando scoprirà che Sheila è diventata ghiotta di carne umana (a farne le spese la guest star Nathan Fillion, al secondo ruolo televisivo dopo l’addio a Castle). Ostinatamente passivo-aggressivo e con un gran bisogno di normalizzare il caos che è diventata la loro vita famigliare, Joel è alla disperata ricerca di un misterioso rimedio serbo che può salvare Sheila prima che sia troppo tardi. Come in The Walking Dead, anche in Santa Clarita Diet la parola ‘zombie‘ non viene usata, ma a differenza dell’epica di Robert Kirkman qui i non-morti sono fonte inesauribile di autoironia, diventando il presupposto per una sottile e continua critica alla cultura americana e alle sue mode (partendo, appunto, da quella degli zombie).
Tredici anni fa conoscevamo per la prima volta Wisteria Lane e indugiavamo sulle vite delle casalinghe disperate di Marc Cherry: oggi tra juice cleanse (che diventano frullati di carne umana sapientemente occultati) e mariti sull’orlo di una crisi di nervi, il microcosmo suburbano americano ha cambiato volto, diventando teatro di orrori sopra le righe ai quali ci hanno abituato innumerevoli stagioni di Dexter e American Horror Story. L’assurda normalità ricorda anche l’indimenticabile cult britannico Suburban Shootout, commedia nera britannica nata sulla scia di Desperate Housewives, ma anche il capolavoro di John Waters La Signora Ammazzatutti.
Le guest star si sprecano: da Ricardo Chavira (l’odioso Dan e il fu Carlos Solis), Natalie Morales (Parks and Recreation), Patton Oswalt (United States of Tara), Ryan Hansen (Veronica Mars), Portia De Rossi (Arrested Development), Andy Richter e Mary Elizabeth-Ellis (It’s Always Sunny in Philadelphia), la scelta attoriale è robusta e sfoggia il meglio del talento comedy più sottovalutato in circolazione. Nel cast fisso spicca Skyler Gisondo nei panni di Eric, una vera scoperta.
Santa Clarita Diet è una serie per stomaci forti: uno splatter gioioso che lascia alla porta il virtuosismo distopico a cui la televisione ci ha troppo abituato negli anni recenti. Un inno alla leggerezza e all’esorcizzare i propri tumulti interiori, SCD non perde occasione di sviscerare (termine estremamente appropriato) la fine del sogno americano, cannibalizzato da sé stesso. Soltanto i coraggiosi sono in grado di rivalutare la normalità.
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