“Guardavo i ricordi di Facebook l’altro giorno, ed è apparsa la foto della festa del lancio di Netflix in Italia. Sembrano essere passati dieci anni, ma è passato molto meno tempo”. È un Alessandro Borghi riflessivo quello che parla ai giornalisti in occasione dell’esordio della terza stagione di Suburra – La serie, i cui ultimi sei episodi sono disponibili dal 30 ottobre su Netflix.
Se la prima stagione ruotava intorno al Vaticano e la seconda al corrotto mondo della politica, l’ultimo imprevedibile capitolo culmina invece nella strada del crimine. Suburra – La serie, il primo prodotto originale che Netflix ha realizzato per il pubblico di abbonati italiani, costituisce il prequel dell’omonimo film diretto da Stefano Sollima, a sua volta tratto dal romanzo del 2013 di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini edito da Giulio Einaudi Editore.
Tornano per l’ultima volta nelle vesti dei protagonisti Alessandro Borghi (Aureliano), Giacomo Ferrara (Spadino), Filippo Nigro (Amedeo Cinaglia) Carlotta Antonelli (Angelica), Federica Sabatini (Nadia) e Adamo Dionisi (Manfredi) diretti questa volta da Arnaldo Catinari. Al timone, la showrunner Gina Gardini che con Cattleya produce la serie insieme a Riccardo Tozzi.
Il terzo e ultimo atto di Suburra- La serie rappresenta il compimento di un progetto narrativo ben preciso, come chiarisce nel corso della conferenza la showrunner Gina Gardini. Rispondendo infatti alla domanda fatta da noi di Tvserial.it sul legame e il discostamento tra romanzo, serie tv e film, Gina Gardini dice:
“Dal momento in cui Netflix ci ha chiamato per l’adattamento, l’idea era quella di spostarsi a 180 gradi dall’anima del film.” Afferma Gardini che continua dicendo: “Anche perchè il film è stato sviluppato in una maniera molto precisa, gli eventi erano in primo piano e i personaggi erano al servizio di questa cadenza molto cupa. Qui abbiamo ribaltato, i personaggi che raccontavano e portavano avanti gli eventi… Abbiamo mantenuto il grande tema, e avevamo già previsto un arco di tre stagioni.”
Se il film di Suburra è incentrato infatti su un evento oscuro e irrimediabile come il crollo di un’era della Repubblica, la serie tv racconta invece i personaggi e le loro evoluzioni. Si tratta quindi di vicende concepite già dall’inizio per essere sviluppate in maniera a sé stante durante l’arco di tre stagioni focalizzate su un unico specifico mondo: la “profana trinità” rappresentata da Chiesa, Stato e Crimine.
Assieme però all’arrivo di questo attesissimo finale, non manca poi un grande spazio dedicato alle figure femminili. Angelica e Nadia, interpretate rispettivamente da Carlotta Antonelli e Federica Sabatini, si trasformano adesso in donne potenti con uno scopo comune: emanciparsi e prendere il potere instaurando di conseguenza un rapporto di complicità tra loro. Federica Sabatini, interprete di Nadia, afferma che: “Sono due personaggi che sono partiti agli antipodi ma poi si faranno valere.”

Carlotta Antonelli, il volto di Angelica, aggiunge poi: “È stato bellissimo iniziare con un personaggio che non è entrato a gamba tesa ed è stato interessante scoprire una cultura che non conoscevo. Ho iniziato questo percorso essendo la moglie di Spadino e l’ho concluso essendo Angelica.”
Mentre nuovi personaggi femminili emergono e assumono rilevanza in una serie nettamente al maschile, cambia e si evolve il personaggio principale di Aureliano in un particolare percorso emotivo: “Nella prima stagione il mio personaggio, e anche quello di Giacomo (Spadino) ed Edoardo (Lele), erano dei personaggi che cercavano il loro posto all’interno di un contesto.” Racconta Alessandro Borghi durante una riflessione sull’evoluzione del suo personaggio: “Si portavano dietro delle cose in comune come i conflitti con la famiglia, questo non sapere bene come adoperare il loro tempo e la loro mente e quale fosse la loro posizione. Man mano trovano questo potere e devono imparare a gestire questo potere”.
Il controllo del potere avviene però in simbiosi con i propri alleati e amici, i quali a volte sono le persone più care. È il caso del personaggio di Spadino, amico e complice con il quale Aureliano instaura un profondo legame, un’amicizia centrale soprattutto nella terza stagione. Giacomo Ferrara afferma a tal proposito: “Mi ricordo la prima volta che ho conosciuto Alessandro, durante il provino per il film e c’è stata subito un’alchimia.”

Alessandro Borghi continua dicendo: “Penso ci sia un grande merito dal punto di vista editoriale, sulla questione dell’omosessualità di Spadino, e non ne sapevamo il risultato, era un atto di coraggio perchè non era mai stato fatto, e bisogna ringraziare Gina.” Borghi riflette ancora sul rapporto dei due personaggi aggiungendo: “Spadino e Aureliano diventano dipendenti nella terza stagione. l rapporto tra Aureliano e Spadino è un rapporto d’amore: così intendo l’amicizia, non mi interessa se si fidanzano o no. Nella terza stagione diventano dipendenti l’uno dall’altro”.
Com’è stato l’ultimo giorno di set di Suburra? Sicuramente un giorno molto triste, come lo definisce Borghi: “Erano presenti tutte le persone che hanno fatto parte di questo percorso sin dall’inizio. Non parlo solo di noi attori ma soprattutto di quelli che stanno dietro la macchina da prese”. L’ultimo giorno di set rappresenta quindi la fine di un viaggio emozionante contraddistinto dall’amore per Roma e per tutti i personaggi che ne hanno fatto parte.
Proprio la capitale, infatti, rappresenta la solenne e fondamentale cornice di questa storia. Lo stesso regista Arnaldo Catinari afferma che: “Ogni volta che fotografiamo un esterno per noi deve diventare un luogo iconico rispetto al racconto. La proporzione tra centro storico e periferie in questa stagione si equivale”.
Le aspettative per la terza stagione di Suburra – La Serie sono alte. Sicuramente l’ultima grande evoluzione dei protagonisti come nel caso di Amedeo Cinaglia. Interpretato da Filippo Nigro, il quale si dice entusiasta di aver vestito i panni di un personaggio dalla potente evoluzione, e che definisce il proprio personaggio “un pozzo senza fondo dell’archetipo dell’animo umano.” Cinaglia alla fine non resiste alla tentazione diventando un uomo senza scrupoli assuefatto dalla corruzione e dalla sete di potere e denaro.

Samurai sembra dimostrare un lato più umano nella terza e ultima stagione, aspetto che il suo interprete Francesco Acquaroli, che presto vedremo nella quarta stagione di Fargo al fianco di Salvatore Esposito e Tommaso Ragno dichiara: “Il fascino del male ha sempre suscitato curiosità nel pubblico. Perchè anche se in piccole dosi un po’ di cattiveria ce l’abbiamo tutti, quindi vederla è un po’ piacevole anche se si fa fatica ad ammetterlo. Per me che lo interpreto è liberatorio, torno a casa che sono buonissimo“.
Tra i personaggi femminili che si emancipano nella terza stagione di Suburra – La Serie, Alice è colei che prende una posizione nei confronti dell’amoralità che pervade i protagonisti. La sua interprete (Rosa Diletta Rossi) confessa: “Non mi aspettavo che acquistasse sempre più importanza”. Alice rappresenta infatti un grande cambiamento in base alla presa di posizione dimostrata nei confronti di suo marito Amedeo Cinaglia.
Secondo Rosa Diletta Rossi la sua evoluzione sta nelle scelte, un passo avanti di coraggio e di normalità dinanzi a un cambiamento importante, un evento al quale chiunque altra persona normale potrebbe reagire nel corso della sua vita.
A restare impresso di questo capitolo finale, come dichiara Riccardo Tozzi presidente e fondatore di Cattleya, è il ricordo di tutti personaggi ai quali ci si è affezionati e che di conseguenza ci si porterà dentro per molto tempo. Francesco Acquaroli la definisce senso di compiutezza, quella soddisfazione di aver creato qualcosa di bello e ben riuscito: “Tre stagioni sono giuste, hanno raccontato Roma in modo molto efficace, situazioni che per anni si è preferito non guardare”.
Aggiunge poi lo sceneggiatore Ezio Abbate: “il mondo è talmente ricco che ci sono personaggi e punti di vista che abbiamo raccolto negli anni, che darebbero la possibilità di spin-off. Il problema dello spino-ff è quello di trovare un’identità forte autonoma”. Concorda lo sceneggiatore Fabrizio Bettelli che aggiunge: “ Eventuale investimento su Nadia e Angelica, sarebbe una sfida forte… le tematiche di Suburra su una prospettiva femminile stuzzicano”. L’importante, tuttavia, è avere sempre delle buone e valide idee sulle quali lavorare, e al momento si tratta soltanto di speculazioni.
Nell’arco di queste tre stagioni, quel che Suburra – La Serie restituisce alla serialità italiana è di: “Aver inaugurato una “nuova epoca”, come la definisce Abbate, “In cui bisogna parlare agli italiani ma anche a tutto il pubblico dei paesi in cui Netflix è presente. Fin da subito abbiamo dovuto prenderci carico di problemi che prima non ci eravamo mai posti”.
Andy Wahrol diceva: “Roma è l’esempio di ciò che accade quando i monumenti di una città durano troppo a lungo”. Scegliendo di calare il sipario sulla terza stagione, Suburra – La Serie si accomiata dal suo pubblico quando l’affetto per i suoi protagonisti è ancora travolgente, invece di dilungarsi fino all’inevitabile declino. È forse questa il lascito più importante che potrebbe aver restituito al panorama seriale nostrano.
Lascia un commento