Un Passo Dal Cielo 7 è ispirata a una storia vera?
È ispirata a una storia vera la fiction Un Passo Dal Cielo 7? Prende il via giovedì 30 marzo la settima stagione della fiction targata Rai e Lux Vide che ritrova l’ispettrice Manuela Nappi (interpretata da Giusy Buscemi) – al centro della serie a partire da questa stagione – nelle suggestive atmosfere delle montagne del Cadore per otto episodi inediti tra indagini ad alta quota, misteri da svelare e intrecci amorosi.
C’è chi si domanda se UPDC attinga da una vicenda realmente accaduta. Del resto fiction come Buongiorno, Mamma – anch’essa, come Un Passo Dal Cielo, è prodotta da Lux Vide – hanno tratto da storie di vita vissuta la loro premessa. Nel caso di Un Passo Dal Cielo, la fiction incentrata dapprima su Pietro Thiene (interpretato da Terence Hill) e poi su Francesco Neri (che ha il volto di Daniele Liotti), la protagonista indiscussa della serie televisiva è la sua ambientazione. Già a partire dal titolo si evince che sono i luoghi in cui la storia è immersa a portare in vita il racconto.
San Candido e Braies nelle prime cinque stagioni, e San Vito di Cadore e le Cinque Torri a partire dalla sesta: questi luoghi – che esistono davvero e, grazie alla fiction, hanno conosciuto un notevole boom turistico – sono il presupposto fondamentale della fiction, sulla quale poi il team di sceneggiatori e sceneggiatrici (quest’anno composto da Mario Ruggeri, Carlo Mazzotta e Alberto Vignati) costruiscono storie a sfondo giallo, cioè con una traccia mystery che percorre tutta la stagione. Se i casi di puntata rappresentano il lavoro di finzione della squadra autoriale della serie, le location della fiction costituiscono l’elemento di verità.
L’uomo degli orsi esiste davvero?
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Nel corso della settima stagione conosciamo Nathan (interpretato da Marco Rossetti), un uomo solitario che vive in completa autonomia nel bel mezzo della foresta. È raro imbattersi in lui poiché evita di proposito le interazioni con altre persone. La sua curiosa vicenda personale inizia quando una coppia di antropologi lo ha trovato, da bambino, solo nella foresta. Si dice che sia stata proprio un’orsa a prendersi cura di lui per i primi anni della sua vita. Successivamente Nathan ha a imparato parlare, a leggere e a scrivere, ed è cresciuto insieme ad Adele, la figlia di quei due antropologi.
C’è chi si starà chiedendo: è vera la storia del bambino cresciuto dagli orsi? La risposta è… più no che sì. In Italia non è mai stata riportata – o documentata – una vicenda di questo genere. Quindi l’antefatto di Nathan non è di certo ispirato ad una vicissitudine reale. Sebbene esistano diversi casi di esseri umani (per lo più bambini) che nei primi anni di vita sarebbero stati cresciuti da alcuni animali selvatici – nella maggior parte dei casi, lupi o primati -, esisterebbe un unico caso che potrebbe corrispondere a quello di Nathan della fiction.
Nel suo libro “L’énigme des enfants-loups” pubblicato nel 2008 e dedicato ai resoconti di bambini cresciuti dai lupi – tra mito e realtà -, lo studioso Serge Aroles smentisce la leggenda dei tre bambini lituani che – tra il 1657 e il 1694 – sarebbero stati cresciuti dagli orsi. Nella realtà si sarebbe trattato di un solo bambino, cresciuto nelle foreste della Lituania con l’orso bruno eurasiatico. Una volta rinvenuto – nella primavera del 1663 – il bambino sarebbe stato portato a Varsavia.
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