
Westworld 1×03 “The Stray”
Il terzo episodio di Westworld richiama nel titolo la fuga, la divagazione e forse la ragione è da ricercare nella natura delle informazioni che vengono date allo spettatore sulla natura dei cambiamenti che, in modo frammentario, stanno avendo luogo.
Ford (Antony Hopkins) e Bernard cominciano a delinearsi come coppia antitetica nel concepire gli androidi che popolano il parco. Semplicemente macchine per Ford :“Perché questa attrazione è coperta? (..) Forse non voleva che sentisse freddo, o imbarazzo. Voleva coprire le sue parti intime.(…) Non può sentire freddo. Non prova vergogna. Non può provare nulla, che non gli abbiamo detto di provare”. Qualcosa di diverso per Lowe che, contravvenendo al regolamento, interagisce segretamente con Dolores (Evan Rachel Wood) lasciandola vestita e quindi preservandone la dignità, riconoscendole inconsciamente una propria peculiare identità.
Bernard non si limita a parlare, legge con lei dei libri, il cui tema ricorrente è il cambiamento. “Povera me, come ogni cosa è strana oggi. Eppure ieri le cose andavano come al solito. Non mi meraviglierei se stanotte fossi stata cambiata”: questo passo, tratto da Alice nel paese delle Meraviglie (a cui Dolores assomiglia nell’acconciatura e nell’abbigliamento) evidenzia la trasformazione che sta avvenendo lentamente in Dolores e in alcuni degli altri hosts.
Le loro conversazioni hanno quasi certamente un ruolo in questo processo. Bernard subisce il fascino dell’alterazione che ha indotto e ne è nel contempo spaventato. Chiede a Dolores (o forse a sé stesso) se proseguire su questo sentiero incerto o se tornare indietro, cancellare tutto, pur sapendo che difficilmente sarebbe possibile. “L’evoluzione ha forgiato l’intera esistenza senziente su questo pianeta usando un solo strumento: l’errore”.

La coscienza per ricercare la quale il primo socio di Ford, Arnold, ha consumato sé stesso, probabilmente vede l’alba in questi frammenti di conversazione. L’intelligenza artificiale non imita più semplicemente quella umana, diventa qualcosa di vivo, a sé stante, consapevole seppur in modo frammentario di quello che la circonda.
Davvero la consapevolezza di ciò che accade è il miglior obiettivo da perseguire visto ciò che gli hosts devono subire? O come pragmaticamente osserva Ford, permettere loro di dimenticare è il minimo che si possa fare?
Ford racconta a Bernard la storia di Arnold, con il quale per tre lunghi anni ha lavorato nel parco dedicandosi alla “creazione allo stato puro”. Ci si sarebbe potuti fermare, ma l’ambizione nell’oltrepassare i limiti è stata più forte di qualsiasi cosa. Ritorniamo quindi alla maledizione che perseguita coloro che giocano a fare Dio, che non mantengono il giusto distacco continuando a considerare gli androidi per quello che sono: oggetti da manipolare.
Teddy (James Marsdey) è esattamente questo per Ford: un attore sulla scena, al quale affidare una parte diversa dalla consueta, magistralmente riassunta nella citazione del Giulio Cesare di Shakespeare che la introduce “I codardi muoiono molte volte prima della loro morte. I valorosi assaggiano la morte una volta sola”. Non calza per Teddy, che pur non mancando di coraggio finisce sempre per morire.
Lo scambio tra Ford e Teddy non ha i contorni umani di quello tra Bernard e Dolores: Teddy è nudo, interagisce tramite le battute che ha imparato, accetta il passato e, ignaro, espia una colpa che nessuno ha mai scritto per lui, perché non può fare altro. Di conseguenza continua ad agire come da copione, mentre Dolores devia dalle battute assegnatele, arrivando a superare i limiti imposti dalla programmazione.
Solo alcuni Hosts possono maneggiare armi e lei non è tra questi. Non può premere il grilletto quando Teddy tenta di insegnarle a sparare, ma lo fa alla fine, spezzando la spirale di violenza prevista dalla sua trama. Non è la sola: l’Errante che Elsie e Stubbs vanno a cercare ha inciso la costellazione di Orione, invece che limitarsi ai soliti manufatti. E sembra rancore quello ha spinto Walter a eliminare gli hosts che lo uccidevano nelle trame precedenti.
“Non dimenticare, gli hosts non sono reali. Non sono coscienti. Non devi fare lo stesso errore di Arnold”, Forse, ma i semi della rivoluzione sono pronti a germogliare.
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