Westworld 2×08 Kiksuya, il ricordo
Kiksuya è una parola della lingua dakota che significa “ricordo”. Protagonista della puntata: il capo tribù della Ghost Nation. Lui abbandona il suo ruolo secondario per conquistare il centro della scena, delineato e costruito con profondità assoluta.
Vediamo come Aketcheta abbia raggiunto la consapevolezza attraverso il ricordo di un grande amore, percorrendo strade per lui proibite. Queste strade gli hanno permesso di affacciarsi su un nuovo mondo, il nostro.
Probabilmente non è una scelta casuale quella di affidare all’immagine di un popolo tanto spirituale e fiero la capacità di decifrare il labirinto senza gli eccessi di Dolores e i traumi di Maeve.
Aketcheta osserva, prima ancora di agire. Si rende conto di non essere solo ad accorgersi che qualcosa non va, che la sua famiglia è stata sostituita.
Conserva un ricordo della sua prima vita e, legandolo alle parole di Logan, lo tramuta in una tappa fondamentale per il raggiungimento della consapevolezza di sé e del mondo “sbagliato” che lo circonda.
Aketcheta elegge la Ghost Nation a custode del labirinto
Aketcheta vive consapevolmente la morte come ulteriore possibilità di imparare. Lo fa in solitudine, con la serena profondità con cui il popolo glorioso di cui è rappresentazione esplorava e viveva in un ambiente incontaminato e libero.
Egli divulga, osserva e attende il momento in cui la “portatrice di morte” ucciderà il “creatore”. Questo per portare a compimento la sua missione, quella che Ford gli ha affidato e che il desiderio di ricongiungersi al suo amore eterno gli impone di svolgere.
Il resto è pura poesia, che si materializza in paesaggi mozzafiato, nel silenzio esteriore e interiore, nelle lacrime, nella nostalgia che accompagna i ricordi più belli e struggenti.
Il viaggio di Aketcheta dà un significato a molto di ciò che abbiamo visto finora, ma soprattutto invita a non distruggere la memoria perché è l’unica via per costruire la propria identità.
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