La notizia del ritorno di Buffy con una nuova serie non ha stupito molti. Che la serie fosse in odore di reboot lo si sapeva dallo scorso marzo, quando il presidente di Fox Television lo aveva lasciato intendere ponendo come unica condizione il coinvolgimento di Joss Whedon.
Joss Whedon ci sarà in veste di produttore esecutivo, anche se è in dubbio il suo contributo oltre a questo titolo: dopo aver lasciato la regia del film di Batgirl, Whedon sarà produttore esecutivo di Pippa Smith per Freeform e di The Nevers, la sua ultima creatura che si è aggiudicata HBO. La showrunner di Buffy 2.0 sarà Monica Owusu-Breen, con la quale Whedon aveva già lavorato a Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D..
Proprio come è accaduto con il reboot di Streghe, ciò che ha fatto storcere il naso ai fan di Buffy è la decisione di azzerare la ricca mitologia della serie (costituita da 7 stagioni, 144 episodi e lo spin-off Angel) per raccontare di nuovo la storia di Buffy Summers. Contando il film Buffy l’Ammazzavampiri con Kristy Swanson e Luke Perry uscito nel 1992, la nuova serie sarà il terzo reboot delle origini di Buffy.
Stando alle indiscrezioni riportate sul progetto del reboot, il personaggio di Buffy sarà interpretato da un’attrice afro-americana. Non sarà quindi una nuova Cacciatrice, una delle migliaia di Potenziali attivate dall’incantesimo di Willow (Alyson Hannigan) in “La Prescelta” (7.22), episodio finale della serie. La Buffy Summers di Sarah Michelle Gellar non apparirà nemmeno in un ruolo analogo a quello di Giles (Anthony Stewart Head), come mentore o Osservatrice, no.
La svolta del reboot di Buffy che racconta in chiave contemporanea “la ricca diversità della società di oggi” (sic) ha ben poco di innovativo: già nel 1998 nel corso della sua seconda stagione, Buffy ha introdotto la sua prima Cacciatrice di colore. Kendra Young (Bianca Lawson) è una sedicenne giamaicana che succede a Buffy nel ruolo di Cacciatrice quando quest’ultima muore per pochi minuti durante lo scontro col Maestro.
Kendra non sopravviverà allo scontro con Spike (James Marsters) e Drusilla (Juliet Landau), ma non sarà l’ultima volta che vedremo una Cacciatrice di colore nella serie. Altrettanto degna di menzione è il personaggio di Nikki Wood (K. D. Aubert), madre del preside Robin (D.B. Woodside) e Cacciatrice nella New York degli anni Settanta.
Va inoltre ricordato che è stata Buffy la prima serie della televisione generalista americana a rappresentare una scena di intimità con protagonista una coppia LGBTQ. Willow e Kennedy (Iyari Limon) nella settima stagione ricevono lo stesso trattamento di tutte le altre coppie (eterosessuali) della serie, superando le restrizioni che l’emittente The WB al tempo impose riguardo alle scene tra Willow e Tara (Amber Benson).
Nei fumetti scritti da Joss Whedon che raccontano la Stagione Otto di Buffy, la stessa Buffy sperimenta con la propria sessualità concedendosi una notte di passione con la Cacciatrice Satsu.
Invece di realizzare un reboot di Buffy con protagonista una Buffy afro-americana, perché non introdurre la serie alle nuove generazioni con un sequel diretto? Il successo di Cobra Kai, sequel di Karate Kid realizzato per Youtube Premium, ha dimostrato che la formula funziona. Invece di proporre nuovamente la origin story di Buffy, perché non concentrarsi sulla nuova generazione di Cacciatrici: magari con una protagonista nativo-americana o una protagonista transgender per raccontare davvero la contemporaneità.
Una provocazione, ma non troppo. Limitare il racconto al personaggio di Buffy è limitante per un universo narrativo che ha molto più da esplorare e una comunità di appassionati pronti ad accogliere ogni nuova iterazione del franchise, a patto che non annulli ciò che è stato realizzato in precedenza.
Per una serie che a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila ha sempre rappresentato lo standard in termini di visibilità delle minoranze, c’è davvero bisogno di enfatizzare la ‘diversità‘ del reboot di Buffy annoverandolo come un elemento inedito? Proprio come il ‘femminismo‘ annunciato della nuova versione di Streghe, l’unica cosa che sembra riuscire a queste versioni contemporanee è di azzerare il lascito delle serie originali e di inimicarsi i fan.
Lascia un commento